Natalia Elena Massi

LA PASSIONE COME FILOSOFIA DELLA PROPRIA ARTE

Natalia Elena Massi crede che la fotografia sia un mezzo per esprimere ciò che non si vede, per raccontare ciò che si sente e per immaginare ciò che non esiste.
Non sono quindi mere rappresentazioni della realtà quelle che mette in scena l’artista con le sue opera, ma sono un’alterazione della scena reale, associazioni e sovrapposizioni di oggetti che vanno oltre la semplice somma di elementi diversi per rappresentare quanto il tutto sia più grande delle parti.

BIOGRAFIA
Natalia Elena Massi è nata a Lucerna (Svizzera) nel 1967. Vive a Mondavio (Pesaro Urbino) fino all’età di 26 anni. Ora vive e lavora a Brescia.
Da sempre presenta una naturale propensione per le arti e si interessa a tutto ciò che è attinente a una qualche forma artistica (musica, danza, disegno, fotografia).
Nel 1992 inizia ad avvicinarsi alla fotografia con una macchina analogica Canon e inizia ad immortalare i suoi primi paesaggi e i primi autoritratti.
Innamorata della fotografia dopo una aver frequentato nel 2011 il corso di fotografia allo IED Istituto Europeo di Design di Torino, la sua passione esplode fino ad occupare tutto il suo tempo libero.
Da allora non passa un giorno che non faccia qualcosa che riguardi la fotografia.
Ama indifferentemente sia la fotografia digitale che l’analogica con la quale si diletta a seguire e produrre personalmente tutto il processo di sviluppo del negativo per gestire a pieno il risultato.
Nel 2012 si avvicina per la prima volta al primo circolo fotografico (il Circolo fotografico Lambda) con l’obiettivo di condividere la sua passione con altri fotografi e approfondire gli argomenti relativi alla fotografia e nel 2013 si iscrive all’Associazione FIAF e continua a frequentare diversi corsi di aggiornamento e workshop. Oggi è iscritta a diversi circoli di fotografia e associazioni d’arte.

 

 

 

 

 

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    Autori, Portfolio Tornado 2019
  • La felicità effimera

    La società moderna di oggi ci spinge sempre più verso la ricerca della felicità a tutti i costi, una felicità facile, superficiale, incoerente. È una felicità effimera. La felicità oggi è spesso un'azione consumistica: si tende a volere una felicità immediata, e senza sforzi, con facilità. Ma a quale prezzo? Siamo disposti a tutto per avere una frazione infinitesimale di felicità. Non è solo una mera questione economica, ma in ballo c’è molto di più, parti importanti di noi. Questa felicità effimera una volta svanita ci lascia un vuoto interiore di gran lunga superiore rispetto a quello che avrebbe dovuto colmare. "Il consumismo è un fenomeno socio-economico tipico delle società industrializzate che consiste nell'acquisizione indiscriminata di beni di consumo da parte della massa, suscitato ed esacerbato dall'azione delle moderne tecniche pubblicitarie, per lo più incline a farli apparire come veri bisogni fittizi. In sociologia il termine descrive gli effetti dell'identificazione, reale o presunta, di felicità personale con l'acquisto, il possesso e il consumo continuo di beni materiali, generalmente favoriti dalla tendenza o dalla pubblicità eccessiva. L'idea del progetto è quella di raccontare in modo ironico, cinico e acido, come è ridicola e inconsistente la ricerca ossessiva della felicità effimera.

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